Abbracciato dalle vette più alte del mondo non c’è da meravigliarsi se il Nepal è considerato come il regno in cui gli Dei si confondono con i mortali: qui si trova la catena dell’Himalaya, nominata dai nepalesi come “la dimora degli Dei”, che racchiude al suo interno l’Everest, chiamata affettuosamente Sagarmatha, cioè “colei la cui fronte tocca il cielo”, che viene identificata dagli Sherpa, invece, con il Dio Chomolungma (il Dio che cavalca un leone delle nevi).
Il Nepal è posizionato tra la Cina e l’India, precisamente tra la pianura del fiume Gange da cui è lambito nella parte meridionale e l’altopiano del Tibet: la parte settentrionale del territorio è presidiata dalla più imponente catena montuosa dell’intero Pianeta, l’Himalaya, con numerose vette che superano gli 8.000 metri di altezza e che questo Paese condivide con i colossi di Cina ed India, oltre che con il piccolo Tibet.
L’Everest è la cima più famosa ed anche la più alta (8.848 mt.) condivisa con la Cina, seguita da Kangchenjunga (8.586 mt.) sul confine orientale con l’India, Lhotse (8.516 mt.), Makalu (8.485 mt.), Cho Oyu (8.201 mt.) fra Nepal e Tibet, Dhaulagiri (8.167 mt.), Manaslu (8.163 mt.) e l’Annapurna (8.091 mt.) che sono tutte e tre completamente in territorio nepalese.
Coloro che hanno la fortuna di poter effettuare un trekking (non certo impegnativo come scalare l’Everest) tra queste testimonianze spettacolari di come nostra Madre Natura abbia forgiato la Terra su cui viviamo, potranno godere di stupendi panorami incontaminati, incontrando un mosaico di popolazioni che l’isolamento ha preservato dalle influenze occidentali, lasciando intatte le loro tradizioni e le loro culture. Si attraversano vallate, piccoli villaggi di pastori, greggi di pecore e yak, le onnipresenti coloratissime bandierine di preghiera che sventolano al vento, campi di orzo ed alpeggi, giungendo ai pascoli in quota da cui si possono ammirare panorami mozzafiato. Lo sguardo d’insieme da quassù è spettacolare.
Discendendo, si attraversano boschi, per giungere nella valle attraversata dal fiume Marsyangdi ed infine a Gorkha.
Chi vuole trovare una dimensione di pace e tranquillità, che solo questi luoghi incontaminati possono donare, deve recarsi tra queste montagne, meravigliandosi come un bambino nell’udire il suono delle aquile che volano sulla sua testa, il suono del vento che accompagna ogni suo singolo passo, il suono del silenzio, già, proprio questo, il silenzio che qui, offre il suo concerto più mirabile.
Fabrizio Loiacono Photographer
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