“Chitwan” significa Cuore della Giungla.
Nel XIX secolo il territorio corrispondente all’attuale Parco Nazionale divenne una riserva di caccia. Nel lontano 1911 re Giorgio V d’Inghilterra, insieme a suo figlio, abbatterono lo sbalorditivo numero di 39 tigri e 18 rinoceronti in un solo safari.
Sino agli anni ’50 nella valle del Chitwan abitavano solo piccole comunità di Tharu che avevano sviluppato una sorta di immunità alla terribile malaria che infestava l’area. Dopo l’immensa e impegnativa bonifica posta in essere nel 1954, una moltitudine di contadini alla ricerca di terra coltivabile calarono dalle colline circostanti e si diede il via ad un disboscamento senza precedenti, volto a creare campi coltivabili. La conseguenza fu che, a seguito della drastica riduzione del loro habitat naturale, scomparvero un numero impressionante di animali: re Mahendra fu informato della drammatica situazione e decise di istituire una Riserva Reale. Nel 1973 fu creato il parco nazionale ed oltre 22.000 contadini insediatisi da anni nella zona, furono trasferiti in un’altra regione. L’intervento dell’esercito diretto a combattere la bracconeria da sempre diffusa portò ad una decisa inversione di tendenza con l’aumento graduale degli esemplari a rischio di estinzione.
Nel 1984 questa Riserva fu inserita nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: protegge oltre 932 Kmq. di foreste, di paludi e di praterie, che sono divenuti dimora di animali allo stato libero. E’considerato uno dei Parchi migliori dell’Asia ed è uno dei pochi al mondo dove è consentito effettuare passeggiate per entrare in perfetta sinergia con la Natura, accompagnati da due guide locali non armate (l’unica “protezione” è un bastone che le guide portano con sè per allontanare gli animali in caso di necessità).
La vegetazione è composta da foreste decidue (le piante e gli alberi perdono le foglie in autunno), soprattutto di alberi Sal dal pregiato legno. Nelle pianure bagnate dai grandi fiumi (Rapti, Reu e Narayani) cresce a dismisura l’erba cosiddetta degli elefanti (può arrivare a superare i 9 metri di altezza) che si alterna con la foresta pluviale. Ospita almeno 43 specie di mammiferi, 450 di volatili, 45 di anfibi e rettili. Elefanti e rinoceronti indiani costituiscono le specie più grandi, ma vi sono altri erbivori come i gaur, sambar, muntjac indiani, cervi chital, cervi porcini, sirau di Sumatra, antilopi quadricorne e cinghiali selvatici. Questi erbivori sono le prede preferite da leopardi, tigri del Bengala e cani selvatici, oltre alle iene striate. Anche gli orsi labiati sono una delle star del Parco. Come rettili troviamo i coccodrilli gaviale ed i pitoni indiani, oltre ad un gran numero di uccelli e anfibi.
Fabrizio Loiacono Photographer
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