L’esistenza di migliaia di bambini nepalesi è contraddistinta dalla miseria: per loro si tratta di percorrere una strada tutta in salita. Oltre 10.000 neonati muoiono perché nati prematuramente o sottopeso, in quanto non esistono ospedali e strutture sanitarie adeguate, né personale qualificato. La carenza di cibo e l’acqua contaminata accrescono questa tremenda emergenza. Anche se il lavoro minorile è ufficialmente bandito, un bambino su tre è costretto a contribuire al reddito familiare. Inoltre la povertà diffusa è una delle cause dei matrimoni precoci, anch’essi vietati dalla legge, ma che per i genitori costituiscono l’unica speranza per un futuro migliore dei loro figli. Naturalmente sia il lavoro minorile che i matrimoni precoci comportano l’assenza dalla scuola e questo contribuisce ad alimentare il circolo vizioso della miseria.
Non che non esistano bambini più fortunati in Nepal: quelli che riescono a frequentare le scuole, quelli che non hanno problemi di malnutrizione o di acqua potabile, quelli che conducono una vita pressochè normale.
Il loro sorriso, i loro giochi, la loro serenità, mitigano per un attimo l’angoscia che mi attanaglia quando mi imbatto in un bambino di strada.
Fabrizio Loiacono Photographer
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